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Pacifico




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Альбом Pacifico



2001
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. . .


Acqua , fuoco, onde cento metri,
vento di burrasca che fa tremare i vetri e che mi batte
mi conto le ossa rotte, le palpebre disfatte,
io chiamo ma la radio non trasmette

Acqua, fuoco, onde sulla testa,
turbine e risucchio lascio che mi investa e mi trascini
sul fondo mai toccato,
nel buio circostante sentirsi appena nato,
nel buio capovolto e rigirato

RIT.
pacifico lontano, dieci ore d'aeroplano,
stanotte ti ho sognato,
ruggivi tormentato tra i cuscini
sentivo che ansimavi, schiumavi e t'ingrossavi,
per terra rovesciato che ringhiavi
pacifico lontano, dieci ore d'aeroplano,
stanotte sei arrivato, crescevi e mi sentivo circondato,
spezzare e sollevare
per poi tornare calmo e sconfinato

Acqua, fuoco, onde cento metri,
che il mare di tempesta non tollera divieti e costrizioni,
non servono profeti per fare previsioni:
saranno terremoti ed eruzioni

RIT.
pacifico lontano, dieci ore d'aeroplano,
stanotte ti ho sognato,
ruggivi tormentato tra i cuscini
sentivo che soffiavi, ferito ripiegavi,
al centro della stanza vorticavi
pacifico lontano, dieci ore andando piano,
stanotte sei arrivato, piovuto dallo spazio, diluviato,
spezzare e scoperchiare
per poi tornare calmo e smisurato

Gino, papà napoletano,
un quarto brasiliano
pacifico = Milano

. . .


Gino non sa cosa dire, si mangia le parole
son dure come suole
Gino non sa cosa fare, non vuol collaborare
ci tratta sempre male

Sto correndo senza freno
Voglio vivere di meno
Settimane a crescere nell'oscurità
Diventare grande per restare a metà

RIT.
Gloria in cielo alla mia immensità
vivo una favola
Diventare una divinità
forse basterà
Gloria in cielo alla mia immensità
scelgo una nuvola
Diventare una divinità
mi consolerà

Quanto è lungo questo treno
Il vagone è troppo pieno
Non puoi prevedere quando deraglierà
Non lo puoi fermare, prende velocità

RIT.
Gloria in cielo alla mia immensità
vivo una favola
diventare una divinità
forse basterà
Gloria in cielo alla mia immensità
cade una nuvola
diventare una celebrità
mi consolerà

. . .


Il postino di primo mattino, la sdraio,
essendo febbraio, riposa,
aspettando una nuova occasione
(se mai ci sarà…)
Il portiere. Da sempre severo censore,
soppesa la busta, l'annusa,
riconosce l'odore e mi squadra
con severità

RIT.
Come stai?
Come sta passando questo inverno freddo senza me?
Hai sofferto fino a perdere il colore?
Come stai?
Come hai fatto a non capire che non vivi senza me.
Più difficile aspettarti che volerti perdonare

Il vicino da mesi aspetta un bambino,
l'attesa lo ha reso gentile,
la mia bici in cortile
da adesso non disturba più
La tua mano reggendo la penna tremava
(incerto il tuo tratto), l'antenna
ricoperta di neve si inclina, ma resisterà

RIT.
Come stai?
Come sta passando questo inverno freddo senza me?
Hai scoperto quanto brucia un colpo al cuore?
Come stai?
Come hai fatto a non capire che non vivi senza me
Più difficile aspettarti che volerti accarezzare

Il postino, temuto cecchino assassino,
infuria bufera di neve,
la tua lettera breve presenta poche novità

"Mi dispiace di averti ferito,
son certa che mi hai perdonato.
Ricorda: chi ti ha amato una volta
Per sempre ti accompagnerà"

RIT.
Come stai?
Sta passando un altro lungo e freddo inverno senza te.
L'equilibrio è complicato se non porti più catene…

. . .


Le mie parole sono sassi, precisi e aguzzi,
pronti da scagliare,
su facce vulnerabili e indifese,
sono nuvole sospese, gonfie di sottintesi,
che accendono negli occhi infinite attese
sono gocce preziose, indimenticate,
a lungo spasimate e poi centellinate,
sono frecce infuocate
che il vento o la fortuna sanno indirizzare

Sono lampi dentro a un pozzo, cupo e abbandonato,
un viso sordo e muto che l'amore ha illuminato,
sono foglie cadute, promesse dovute,
che il tempo ti perdoni per averle pronunciate
sono note stonate, sul foglio capitate per sbaglio,
tracciate e poi dimenticate,
le parole che ho detto, oppure ho creduto di dire,
lo ammetto

RIT.
strette tra i denti,
passate, ricorrenti,
inaspettate, sentite o sognate…

Le mie parole son capriole, palle di neve al sole,
razzi incandescenti prima di scoppiare,
sono giocattoli e zanzare, sabbia da ammucchiare,
piccoli divieti a cui disobbedire,
sono andate a dormire, sorprese da un dolore profondo
che non mi riesce di spiegare
fanno come gli pare, si perdono al buio
per poi continuare

Sono notti interminate, scoppi di risate,
facce sovraesposte per il troppo sole,
sono questo le parole,
dolci o rancorose, piene di rispetto oppure indecorose
Sono mio padre e mia madre,
un bacio a testa prima del sonno un altro prima di partire,
le parole che ho detto, e chissà quante ancora
devono venire…

RIT.
strette tra i denti
risparmiano i presenti,
immaginate, sentite o sognate,
spade, fendenti,
al buio sospirate, perdonate,
da un palmo soffiate

. . .


Fine, fine, pioggia di piccole spine,
dal cielo velato cadute, spruzzate, paracadutate
Fine, fine, che allaga tombini e cantine,
in piccole pozze riunite, adunate, a due piedi saltate

RIT.
Scendi lentamente, portale i miei saluti più sinceri,
batti piano sui vetri e sciogli i dispiaceri
Scendi piano piano, che ti senta arrivare da lontano,
che abbia tempo per riparare, rifiatare

Fine, fine, pioggia e corone di spine,
nel cielo imbiancato con cura intrecciate, ad ognuno assegnate
Fine, fine, cadono grani e perline,
in queste mattine d'estate infiammate a lungo invocate

RIT.
Scendi lentamente, portale i miei saluti gentilmente,
lascia che si riposi e non le manchi niente
Scendi piano, piano, gocciolando sul viso e sulla mano,
vai dovunque per rinfrescare, dissetare

Vieni ad aiutarmi,
so che puoi ascoltarmi
Vieni prima che sia tardi

RIT.
Scendi lentamente, dopo tanto calore, finalmente
si riprende respiro e non si sente niente
Scendi piano, piano, temporale passato e già lontano,
che possiamo dimenticare, riposare…

. . .


Il ballo è un terremoto che si muove sotto il piede
il corpo segue il ba-battito, traballa e cede
Il ballo è un temporale che si affronta controvento,
comincio a dondolare e non vi sento

Il ballo è tramontana che attraversa ogni paese
è danza tibetana e quella giapponese

mangiando pesce crudo
pescando pesce crudo
mangiando pesce crudo

Il ballo è un'occasione per guardarsi da vicino
trovarsi nella notte e salutarsi al cappuccino
Il ballo è un movimento che rasenta il volo,
mi adeguo al controtempo e mi consolo

RIT.
Si scuote la nazione, c'è molta animazione
il ballo arriva in piazza e impazza
Si sveglia la nazione, è una rivoluzione
la piazza simpatizza o s'incazza…

Scoperchia catacombe la forza del piacere
comincia dalle gambe e agita il sedere
Fa strage ed ecatombe chi pratica il piacere,
sospeso tra le fiamme in equilibrio sul cratere

mangiando pesce crudo
pescando pesce crudo

RIT.
Si scuote la nazione, c'è molta confusione
il ballo arriva in piazza e impazza
Si sveglia la nazione, è una rivoluzione
la piazza si elettrizza
Si scuote la nazione, c'è molta eccitazione
il ballo scende in piazza e impazza
Si sveglia la nazione, non perde l'occasione
la radio sintonizza

Al ballo ho resistito per metà della mia vita
seduto a contemplarvi come un gesuita
Ma il ballo è una fortuna, è un dono del destino,
solleva e alleggerisce i passi del cammino

RIT.
Si sveglia la nazione, è una rivoluzione
la piazza si elettrizza
Si scuote la nazione, si scioglie la tensione
il ballo arriva in piazza e impazza
Si sveglia la nazione, è una rivoluzione
la piazza simpatizza
e ringrazia

. . .


Prime luci del mattino,
sono sveglio e immobile
Trasversale sul cuscino
sembri ancora in collera
Sono poco lontano, tendi una mano,
mi toccherà e dopo… chissà
Un rumore lontano, è un aeroplano
che se ne va,
dammi un bacio soltanto, senza rimpianto
(… quattro piedi la distanza che c'è, non la vedi?)

. . .


Vedi che succede, arriva l'estate
parlare a luci spente le finestre spalancate
nelle strade e nei giardini si rincorrono bambini
condannati a non dormire

Vedi che succede, ritorna l'estate
si gonfiano migliaia di lenzuola immacolate
da lontano un temporale si diverte a lampeggiare,
non ti devi spaventare

RIT.
Credimi se dico che si può precipitare,
come quella stella con la coda che è finita in fondo al mare

Passano stazioni, campagne ombreggiate,
si imparano canzoni per la vita ricordate
nelle notti silenziose profezie miracolose
per potersi addormentare

dentro stanze arroventate giravolte tormentate
per riuscire a respirare

RIT.
Credimi succede di dover precipitare,
come quella stella luminosa che è caduta in fondo al mare

amore che sarà? che cambierà?
gli occhi al cielo, che si muove
amore che verrà? che novità?
gli occhi al cielo, si commuove

Vedi che succede, finisce l'estate
chilometri di spiagge dall'inverno rivelate
nelle ombre della sera affido al vento una preghiera,
che ti possa accompagnare

Chiamami, se credi di poter precipitare,
cara la mia stella luminosa che scintilla in fondo al mare

amore che sarà? che cambierà?
gli occhi al cielo che si muove
amore che verrà? che novità?
gli occhi al cielo, si commuove

amore che verrà

. . .


Guardo nello specchio con ammirazione
per questo prodigio non c'è spiegazione
ogni giorno c'è una nuova ruga d'espressione
Faccio un lungo giro di perlustrazione,
sulla pelle segni in ogni direzione,
ogni cicatrice ha una sua precisa ubicazione
Fuori dalla vasca stento a gocciolare,
solo la ferita ha preso a lacrimare,
lascio le mie spoglie alla corrente, che le porti al mare
L'era che si approssima è la glaciazione,
nel frattempo verso in questa condizione:
l'acqua contenuta nel mio corpo va in ebollizione

. . .


Lo vedi quel foglio di carta velina
che gira sul perno del tuo calendario?
Traspare leggero il destino
sfogliandolo in senso contrario.

Porto il nome di un mare profondo
che serve il capriccio di un vento piovoso
e mi muovo agitato, e non trovo riposo.
È che il tempo migliore che ho avuto
l'ho avuto con te
e alla fine di questa mia strada
non vedo distanze
e c'è brezza e profumo per tutte le stanze
dell'erba tagliata al mattino

RIT.
il presente presto passerà
come sempre se ne andrà
lungamente si ricorderà
poi per sempre se ne andrà

E se adesso dovessi sparire
come il colore di un fiore reciso,
per un colpo di frusta che sibila senza preavviso?
Faccio il conto dei giorni passati
ma scintillano giovani gli occhi.
Vuoi venirmi vicino, mentre l'eco avvicina i rintocchi?

È che il tempo migliore che ho avuto
l'ho avuto con te
e alla fine di questa rincorsa
non vedo distanze
e c'è un suono d'orchestra per tutte le stanze
e luci e sirene dal mare

RIT.
il presente presto passerà
come sempre se ne andrà
lungamente si ricorderà
poi per sempre se ne andrà

. . .


Senza te come posso fare
Senza te dove posso andare
Due lacrime sospese a ricordare
che l'occhio è una ferita verdemare

Cercandoti devo camminare
mi annegherà questo temporale
Mi bagno e non mi posso ritirare
mi spendo e non mi posso risparmiare

RIT.
Figli piangono in tutta la città
figli piangono in tutta libertà
si sorprendono se non riescono a respirare

Zucchero dei miei giorni amari
morissi qui potrei dare il nome a tutto il vicolo
Due lacrime non possono aspettare
discendono sul viso a ricamare

… la luna vista solo dai bambini
la luna a precipizio sui cuscini

RIT.
Figli piangono in tutta la città
figli piangono in tutta libertà
si sorprendono se non possono respirare

Figli piangono con tutta l'anima
strilli mandano nel buio che si fa
sottintendono che non possono rimandare

Bastano pochi sorsi numerati ed una pillola
s'inabissa a dare tregua al mal di testa
non serve la medesima risposta
per rianimare un cuore che si arresta

Bastano poche gocce zuccherate ed una pillola
s'inabissa a debellare il mal di testa
peccato questa semplice risposta
non basti per illuminarmi a festa

Bastano pochi sorsi numerati ed una pillola
s'inabissa a dare tregua al mal di testa
non serve la medesima risposta
per dare vita al cuore che si arresta

. . .


Lo sai che siamo uguali
messi in fila, dai profili e dai frontali

Due occhi pugnali
Due mani segnali
Due labbra regali (per chi?)

Lo sai che siamo vicini?
Abbracciarsi, che si perdono i confini

Due occhi pugnali
Due braccia due ali
Due labbra regali (per chi?)

RIT.
Fuori equilibristi che si muovono appesi
ad un filo sottile che può traballare,
ci si può spezzare il collo molto prima di cadere
Dentro contorsionisti trapassati da mille e mille
fasci di luce accesi all'improvviso
dal chiarore intermittente di un sorriso

Lo sai che siamo uguali?
Luccicando come perle sui fondali

Due occhi pugnali
Due mani segnali
Due labbra regali (per chi?)

Due occhi due mani
Due braccia due ali
Due labbra regali…

RIT.
Fuori equilibristi che si muovono appesi
ad un filo sottile che può traballare,
ci si può spezzare il cuore molto prima di atterrare
Dentro contorsionisti trapassati da mille e mille
fasci di luce accesi all'improvviso
dalla scia luminescente di un sorriso

Navi disancorate, sotto il fuoco incrociato
degli anni paurose sbandate e correnti inaspettate,
forti a contrariare il vento per tornare

. . .


Volerti aspettare mi può interessare
le mani e le braccia incrociate
Volerti curare, so già cosa fare,
le rose e le spine bagnate
Guardami, sono qui
da lontano son piccolo così
Seguimi, se sei in preda a vertigini
non voltarti mai
Sentirti cantare, c'è da lavorare,
sia gli alti che i bassi intonare…

. . .


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