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Gianna Nannini




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Альбом Gianna Nannini



1977
1.
2.
3.
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7.
8.
9.
10.
. . .



Tu, uomo tu, dio,
padre poi ragazzo mio,
sul mio seno aggrappato,
tra un insulto e un bacio.
E donna non vuol dire pazza,
né martire che di certo viene a noia;
tu sei forte, perché sai dire "mia",
tu sei niente appena scappo via.
Apriamoci,
gridando odio per un po’ d’amore,
ma almeno apriamoci,
gridando odio per un po’ d’amore,
per sentirci naturali,
piú nudi, piú veri.
E donna, donna tu,
se vuoi di piúche cosa devo fare,
nelle fiabe mi ero visto re, vincitore.
Vendendo fumo, vendendo guerra,
vendevo me, vendevo la violenza,
e son rimasto senza piú poesia
a fare l’uomo,
a farti roba mia.
Abbracciami,
gridando odio per un po’ d’amore,
ma adesso abbracciami,
ridando odio per un po’ d’amore,
per sentirci naturali,
piú nudi, piú veri


. . .



C’hanno rubato i corpi, il viso, i movimenti…c’hanno inventato miti
Giocattoli innocenti si sono rivelati massaggi per le menti
Ricordo ancora la scatola che scartai curiosa
Rebecca mia Rebecca, capelli biondo stoppa made in Italy
Che cos’eri tu? Con quegli occhi sorridenti Con quel fiocco sulla testa, la tua faccia grassa
Oh Rebecca, Oh Rebecca, Oh Ti parlavo di me, ti cambiavo le pose, ti trasformavo in attrice Con le parti da bella, da gran donna…..eri il mito della bionda
E crescevo, crescevo, con la smania ribelle D’esser subito grande, d’esser subito bella Di dovere….se volevo l’amore……….
E crescevo, crescevo, ma qualcosa cambiava, ora non si giocava piùle mie amiche di classe con le loro conquiste e tu, e tu, e tu ahi
o crescevo, crescevo, ma qualcosa è cambiato mi son vista allo specchio con quel poco di seno, con quel naso che avevo…mi coprivo la faccia….Cosa c’hanno inventato? cosa avevo sognato? Dimmelo, dimmelo tu Rebecca…Oh Rebecca…


. . .



Basta, mi incammino e basta Mi incammino e mi sento un piccolo frammento
Di umanità…di umanità Ho percorso della strada, con la testa calpestata Dai commenti sul mio corpo sporchi
Basta, mi incammino e basta E mi sento una rabbia secolare fatta di reclusioni Paure, traumi e fughe, mi ricordo…….
13 anni, 13 anni, l’aria intorno come piombo mi ricordo Il mio viso sulle dita, frasi mozze Cento scuse professore per staccarti le mani da me.. Ladro della mia adolescenza
Basta, ma che cosa mi resta Quando scende la consapevolezza prendo a calci me stessa Non ti accorgi che succede, sono morsi i tuoi problemi E la mente non va avanti…
13 anni, 13 anni, l’aria intorno come piombomi ricordo Il mio viso sulle dita, frasi mozze Cento scuse professore per staccarti le mani da me..
Ladro della mia adolescenza
Basta


. . .



Cammino col sorriso sulla faccia,
c’è sempre spazio
per chi sappia ridere,
ma poi la gente intorno cade a pezzi,
dove ti butti dopo lui,
dove ti attacchi!
Vado avanti, devo andare avanti!
Vado avanti, devo andare avanti!
Un ricordo che cos’è?
È la prova che almeno ho vissuto,
quando sto per perdermi,
trasparente il suo viso nel buio
incornicia poesie;
ho finito di dirgli bugie.
Cammino col sorriso sulla faccia,
c’è sempre spazio
per chi sappia ridere,
ma poi la gente intorno cade a pezzi,
dove ti butti dopo lui,
dove ti attacchi!
Vado avanti, devo andare avanti!
Vado avanti, devo andare avanti!
Gli specchi in diagonale, le risate,
I mostri, I draghi,
il sonno mi fan male;
la schiuma della birra mi ricopre,
mentre domando ancora
una porzione in due
Vado avanti, devo andare avanti!
Vado avanti, devo andare avanti!


. . .



Se sono sveglia
se s'è il sole
e la gente mi sorride forse ci sarà un perchè
se vive inme
tanta pace
è perchè di ciò che faccio esiste una ragione
se ti ho tradito
e te l'ho detto poi
se ti ho tradito ci sarà un perchè
si mi ricordo la tua faccia
l'espressione del momento
eri un uomo senza le armi in pugno
ma se non te l'avessi detto
noi come tanti saremmo andati avanti
prendo un tram
si muove intorno la città
risonanze si riassumono
sono sparse nell'intimo dove mai mi spingono
tu sei rimasto così male
che qualcosa per reagire dovevi pure fare
ma rispondesti mene frego
le mani in tasca riuscivi a darti un tono
prendo un tram
si muove intorno la città
risonanze si riassumono
sono sparse nell'intimo dove mai mi spingono
se sono qui che vuol dire
non lo so saran le gambe
che mi han spinto ad arrivare
se sto salendo le tue scale
è perchè c'è ancora in noi qualcosa da scoprire
se sono qui c'è un motivo


. . .



Arrivó con i capelli blu,
con due nodi al posto delle mani,
l’espressione rattrapita
dalla realtá scucita
e con gli occhi strralunati,
Maria Paola, una scheda in clinica.
E parlava con l’aria,
rincorreva I colori,
era nata una donna esclusa.
Come mai, Maria Paola,
annullata, chiusa, allontanata?
E mi rivedo anch’io,
con le cinghie nei pensieri,
con la gente addosso, inchiodata,
con la carne a brandelli,
per liberarmi,
per liberarmi,
per liberarmi.
"Buona sera, scusi,
cerco Maria Paola,
sa quella ragazza dell’anno
scorso con I capelli blu?"
La rivedo, sul letto rilasciata,
con le mani senza presa,
coi capelli senza blu,
con la mente spappolata
dagli elettro shock.
Mi hanno detto:
"È ancora in cura".
Almeno prima
parlava con l’aria,
rincorreva I colori,
Maria Paola…


. . .



Vero non mi sembra ancora vero
Se ieri vedevo pezzi di cielo
e gli spazi abbreviati racchiusi nei muri
Fuori, cosa dico? Sono fuori
Ho voglia di urlare, fermare la prima persona:
"Ascolti Signora, lo sa….sono libera
"Quando il senso del giusto e del vero non c’è
Quando tutto è un motivo per chiuderti dentro
Impari a morire giorno per giorno
E vengo avanti fino a teIo vengo avanti porto me
Mi sento nascere a caso
Io respiro, tu respiri, siamo vivi, siamo vivi…
Mi sento nascere a caso
Io respiro, tu respiri, siamo vivi, siamo vivi…
Mare di automobili e lamiere
Le vedo arrivare e sto attraversando la strada
Non mi posso fermare, scusate…dovete frenare
Quando ti legano i polsi
E ti tolgono ciò che credevi più tuo
Raccogli le forze, gridi: E’ mio!
E vengo avanti fino a te
Io vengo avanti porto me
Mi sento nascere a caso
Io respiro, tu respiri, siamo vivi, siamo vivi…


. . .



Sono stanco bella frase per nascondere le cose
mentre muore ogni richiamo
la tua bocca manda fumo
nella nostra stanza ladra
i colori son scappati
e ci siamo rintanati
negli spazi impenetrabili
cosa vuoi tirare avanti
hai spremuto questi fianchi
ascoltiamo in sottofondo
la fatica di un orgasmo
batto a tempo il silenzio
che si fa che si fa
che si inventa
io su te tu su me
ma una carezza dov'è
se ne va se ne va
anche la fantasia
che rimane
io e te solitudine
sono stanco bella frase
per nascondere le cose
mentre muore ogni richiamo
una donna sogna un uomo


. . .



Ora sono proprio io
forse sono proprio io
che mi sto tirando fuori
donna
forse sono proprio io
forse sono proprio io
che mi sto tirando fuori
sono stanco bella frase
e ce ne stiamo rintanati noi
ora sono proprio io
ora sono proprio io
che mi sto tirando fuori
forse faccioun pò paura
ma mi sto tirando fuori
basta
paure traumi fughe e reclusioni
basta
con gli insulti alla mia identità
ora sono proprioio
forse faccio un pò paura
ma mi sto tirando fuori
donna
e Rebecca non comanda
no Rebecca non comanda
io riprendo la mia faccia


. . .



Una radura la terra rimossa
e tre fili d'erba sparsi quà e là
vedo tanta gente colorata
dipinti e stracci rotti
senza tradizioni donne e uomini
si sente un eco insolito
la voce sembra quasi un'evasione
si muovono le labbra e
sono diventate suoni le parole
Io sulle radure con la terra rimossa
insieme agli altri ribaltata sto
respirando questa terra nuda
e tutti all'improvviso
con l'inconscio in mano ci ripiantiamo


. . .


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