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12.09.2000 |
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IL TROVATORE
Di quella pira l'orrendo foco
tutte le fibre m'arse, avvampò!
Empi, spegnetela, o ch'io fra poco
col sangue vostro la spegnerò!
Era già figlio prima d'amarti,
non può frenarmi il tuo martir...
Madre infelice, corro a salvarti,
o teco almeno corro a morir!
o teco almeno corro a morir!
o teco almeno
o teco almeno corro a morir!
Non reggo a colpi tanto funesti...
Oh quanto meglio sarìa morir!
Oh quanto meglio sarìa morir!
Di quella pira l'orrendo foco
tutte le fibre m'arse, avvampò!
Empi, spegnetela, o ch'io fra poco
col sangue vostro la spegnerò!
Era già figlio prima d'amarti,
non può frenarmi il tuo martir...
Madre infelice, corro a salvarti,
o teco almeno corro a morir!
o teco almeno corro a morir!
o teco almeno
o teco almeno corro a morir!
All'armi! all'armi!…
Madre infelice, corro a salvarti,
o teco almeno
o teco almeno corro a morir!
Madre infelice, corro a salvarti,
o teco almeno
o teco almeno corro a morir!
All'armi! all'armi!
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IL TROVATORE
Ah sì, ben mio; coll'essere io tuo,
tu mia consorte,
avrò più l'alma intrepida,
il braccio avrò più forte.
Ma pur, se nella pagina
de' miei destini è scritto
ch'io resti fra le vittime,
dal ferro ostil trafitto,
ch'io resti fra le vittime,
dal ferro ostil trafitto,
fra quegli estremi aneliti
a te il pensier verrà, verrà
e solo in ciel precederti
la morte a me parrà!
Fra quegli estremi aneliti
la morte a me parrà, parrà.
E solo in ciel precederti
la morte a me parrà!
la morte a me, a me parrà
e solo in ciel
e solo in ciel precederti
la morte a me parrà,
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(Giuseppe Verdi - RIGOLETTO)
La donna è mobile
qual piuma al vento,
muta d'accento
e di pensiero.
Sempre un amabile
leggiadro viso,
in pianto o in riso,
è mensognero.
La donna è mobile
qual piuma al vento,
muta d'accento
e di pensier.
E di pensier, e di pensier!
E'sempre misero
chi a lei s'affida,
chi le confida,
mal cauto il core!
Pur mai non sentesi
felice appieno
chi su quel seno,
non liba amore!
La donna è mobile
qual piuma al vento,
muta d'accento
e di pensier.
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UN BALLO IN MASCHERA
Di' tu se fedele
il flutto m'aspetta,
se molle di pianto
la donna diletta
dicendomi addio
dicendomi addio
tradì l'amor mio,
tradì l'amor mio.
Con lacere vele
a l'alma in tempesta,
i solchi so franger
dell'onda funesta,
l'averno ed il cielo
irati sfidar,
l'averno ed il cielo
irati sfidar.
Sollecita esplora,
Divina gli eventi:
non possono i fulmin,
la rabbia de'venti,
la morte, l'amore
sviarmi dal mar.
La morte, l'amore
sviarmi dal mar.
La morte, l'amore
sviarmi dal mar.
Non posson i fulmin,
la rabbia de' venti,
la mort, l'amor
sviarlo dal mar.
Sull'agile prora
che m'agita in grembo,
se scosso mi sveglio
ai fischi del nembo,
ripeto fra'tuoni,
ripeto fra'tuoni
le dolci canzoni,
le dolci canzoni –
Le dolci canzoni
del tetto natio,
che i baci ricordan
dell'ultimo addio,
a tutte raccendon
le forze del cor,
a tutte raccendon
le forze del cor.
Su, dunque, risuoni
La tua profezia,
Di' ciò che può sorger
dal fato qual sia,
nell'anime nostre
non entra terror.
Non entra terror!
Nell'anime nostre
non entra terror.
Nell'anime nostre
non entra terror.
Nell'anime nostre
non entra terror.
Nell'anime nostre
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UN BALLO IN MASCHERA
Ma se m'è forza perderti
Per sempre, o luce mia,
a te verrà il mio palpito
sotto qual ciel tu sia,
chiusa la tua memoria
nell'intimo del cor.
Chiusa nell'intimo del cor.
Ed or qual reo presagio
lo spirito m'assale,
che il rivederti annunzia
quasi un desio fatale...
come se fosse l'ultima
ora del nostro amor?
Come se fosse l'ultima,
l'ultima ora –
ora del nostro amor!
Del nostro amor…
O qual reo presagio m'assale!
Come se fosse l'ultima
ora del nostro amor?
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RIGOLETTO
Ella mi fu rapita!
E quando, o ciel... Ne' brevi
istanti prima che il mio presagio inferno
sull'orma corsa ancora mi spingesse!
Schiuso era l'uscio! E la magion deserta!
E dove ora sarà quell'angiol caro?
Colei che prima potè in questo core
destar la fiamma di costanti affetti?
Colei sì pura, al cui modesto sguardo
quasi spinto a virtù talor me credo?
Ella mi fu rapita!
E chi l'ardiva?...
Ma ne avrò, ma ne avrò vendetta...
Lo chiede il pianto della mia diletta.
Parmi veder le lagrime
scorrenti da quel ciglio,
quando fra il dubbio a l'ansia
del subito periglio,
dell'amor nostro memore
dell'amor nostro memore
il suo Gualtier chiamò.
Ned ei potea soccorrerti,
cara fanciulla amata;
ei che vorria coll'anima
farti quaggiù beata;
ei che le sfere agli angeli
ei che le sfere agli angeli
per te non invidiò.
Ei che le sfere,
le sfere agli angeli per te,
per te le sfere agli angeli
per te non invidiò.
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RIGOLETTO
Possente amor mi chiama,
volar io deggio a lei;
il serto mio darei
per consolar quel cor.
il serto mio darei
per consolar quel cor.
Ah! sappia alfin chi l'ama,
conosca alfin chi sono,
apprenda ch'anco in trono
ha degli schiavi Amor.
Apprenda ch'anco in trono,
ch'anco in trono
ha degli schiavi
ha degli schiavi Amor.
Oh! Qual pensier or l'agita?
Come cangiò d'umor!
Come cangiò d'umor!
Oh! Qual pensier or l'agita?
Come cangiò d'umor!
Oh! Qual pensier or l'agita?
Oh! Qual pensier or l'agita?
Come cangiò d'umor!
Come cangiò d'umor!
Come cangiò d'umor!
Possente amor mi chiama,
volar io deggio a lei;
il serto mio darei
per consolar quel cor.
il serto mio darei
per consolar quel cor.
Ah! sappia alfin chi l'ama,
conosca alfin chi sono,
apprenda ch'anco in trono
ha degli schiavi Amor.
Apprenda ch'anco in trono
ch'anco in trono
ha degli schiavi
ha degli schiavi Amor.
Oh! Qual pensier or l'agita?
Oh! Qual pensier or l'agita?
Come cangiò d'umor!
Ha degli schiavi Amor.
Come cangiò d'umor!
Come cangiò d'umor!
Oh! Qual pensier or l'agita?
Oh! Qual pensier or l'agita?
Come cangiò d'umor!
Ha degli schiavi Amor.
Come cangiò d'umor!
Come cangiò d'umor!
Ha degli schiavi Amor.
Come cangiò d'umor!
Ha degli schiavi Amor.
Come cangiò d'umor!
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AIDA
Se quell guerrier io fossi!
Se il mio sogno si avverasse!
Un esercito di prodi da me guidato,
e la vittoria e il plauso di Menfi tutta!
E a te, mia dolce Aida,
Tornar di lauri cinto…
Dirti: per te ho pugnato per te ho vinto!
Celeste Aida, forma divina,
Mistico serto di luce e fior,
Del mio pensiero tu sei regina,
Tu di mia vita sei lo splendor.
Il tuo bel cielo vorrei ridarti,
Le dolci brezze del patrio suol,
Un regal serto sul crin posarti,
Ergerti un trono vicino al sol. Ah!
Celeste Aida, forma divina,
Mistico raggio di luce e fior,
Del mio pensiero tu sei regina,
Tu di mia vita sei lo splendor.
Il tuo bel cielo vorrei ridarti,
Le dolci brezze del patrio suol,
Un regal serto sul crin posarti,
Ergerti un trono vicino al sol.
Un trono vicino al sol,
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LA TRAVIATA
Lunge da lei per me non v'ha diletto!
Volaron già tre lune
dacché la mia Violetta
agi per me lasciò, dovizie, amori
e le pompose feste,
ov'agli omaggi avvezza,
vedea schiavo ciascun di sua bellezza.
Ed or contenta in questi ameni luoghi
tutto scorda per me.
Qui presso a lei io rinascer mi sento,
e dal soffio d'amor rigenerato
scordo ne'gaudi suoi tutto il passato.
De' miei bollenti spiriti
il giovanile ardore
ella temprò col placido
sorriso dell'amor, dell'amor!
Dal dì che disse:
vivere io voglio io voglio a te fedel,
dell'universo immemore
io vivo, io vivo quasi,
io vivo quasi in ciel.
Dal dì che disse:
vivere io voglio a te fedel,
Ah sì…dell'universo immemore
io vivo, io vivo quasi,
io vivo quasi in ciel.
Io vivo in ciel.
Dell'universo immemore.
Io vivo quasi in ciel.
Ah sì, io vivo quasi in cielo.
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LA TRAVIATA
Oh mio rimorso! Oh infamia!
Io vissi in tale errore!
Ma il turpe sogno a frangere
il ver mi balenò!
Per poco in seno acquetati,
o grido o grido dell'onore;
m'avrai securo vindice;
quest'onta laverò.
Oh mio rossor! Oh infamia!
Ah, sì, quest'onta laverò.
Sì laverò.
Oh mio rossor! Oh infamia!
Ah, sì, quest'onta…
sì, quest'onta laverò.
Quest'onta, quest'onta laverò.
Oh mio rimorso! Oh infamia!
Io vissi in tale errore!
Ma il turpe sogno a frangere
il ver mi balenò!
Per poco in seno acquetati,
o grido o grido dell'onore;
m'avrai securo vindice;
quest'onta laverò.
Oh mio rossor! Oh infamia!
Ah, sì, quest'onta laverò.
Sì laverò.
Oh mio rossor! Oh infamia!
Ah, sì, quest'onta…
sì, quest'onta laverò.
Quest'onta, quest'onta laverò.
Oh onta, onta laverò.
Sì laverò.
Oh onta, onta laverò.
Sì laverò.
Laverò, laverò.
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I LOMBARDI
La mia latizia infondere vorrei
nel suo bel core!
Vorrei destar co' palpiti
del mio beato amore
tante armonie nell'etere
quanti pianeti egli ha:
ah! ir seco al cielo, ed ergermi
dove mortal, mortal non va!
Ir seco al cielo, ed ergermi
dove mortal, mortal non va!
Dove mortale,
dove mortal mortal non va!
Dove mortal, mortal, mortal non va!
Dove mortal, mortal, mortal non va!
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ERNANI
Mercé, diletti amici,
a tanto amor, mercé.
Udite or tutti del mio cor gli affanni;
e se voi negherete il vostra aiuto,
forse per sempre Ernani fia perduto.
Come rugiada al cespite
D'un appassito fiore,
D'aragonese vergine
Scendeami voce al core;
Fu quello il primo palpito,
il primo palpito
D'amor, d'amor che mi beò
Il vecchio Silva stendere
Osa su lei la mano
Domani trarla al talamo
Confida l'inumano.
Ah, s'ella m'è tolta, ahi, misero!
D'affanno morirò!
S'ella m'è tolta, ahi, misero!
D'affanno morirò!
D'affanno, d'affanno, d'affanno morirò!
D'affanno morirò!
D'affanno morirò!
Si rapisca ...
Sia rapita,
me in seguirci sarà ardita?
Me 'l giurò.
Dunque verremo,
al castel ti seguiremo.
Quando notte il cielo copra
tu ne avrai compagni all'opra,
dagli sgherri d'un rivale
ti fia scudo ogni pugnale.
Vieni, Ernani, la tua bella
de' banditi fia la stella.
Saran premio al tuo valore
Saran premio al tuo valore
le dolcezze dell'amor dell'amor.
Saran premio al tuo valore
Saran premio al tuo valore
le dolcezze dell'amor dell'amor.
le dolcezze dell'amor
sì, dell'amor.
le dolcezze dell'amor
sì, dell'amor.
Saran premio al tuo valore
le dolcezze dell'amor.
Dell'esilio nel dolore
angiol fia, angiol fia consolator.
Oh tu che l'alma adora,
vien, vien, la mia vita infiora;
per noi d'ogni altro bene
il loco amor terrà, amor terrà.
Purché sul tuo bel viso
vegga brillar il riso,
gli stenti suoi, le pene
Ernani scorderà.
Oh, gli stenti suoi, le pene
Ernani scorderà.
Vieni, Ernani, la tua bella
de' banditi fia la stella.
Saran premio al tuo valore
le dolcezze dell'amor.
Saran premio al tuo valore
le dolcezze dell'amor.
Sì, le dolcezze dell'amor.
Oh tu che l'alma adora,
vien, vien, la mia vita infiora;
per noi d'ogni altro bene
il loco amor terrà, amor terrà.
Purché sul tuo bel viso
vegga brillar il riso,
gli stenti suoi, le pene
Ernani scorderà.
Oh, gli stenti suoi, le pene
Ernani, Ernani scorderà.
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DON CARLO
Io l'ho parduta! Oh potenza suprema!
Un altro ... ed è mio padre...
un altro ... a questi è il re,
lei che adoro m'ha rapita!
la sposa a me promessa!
Ah! quanto puro e bello fu il dì,
il dì senza diman, in cui,
ebri di speme,
c'era dato vagar nell'ombra, soli insieme,
nel dolce suol di Francia,
nella foresta di Fontainebleau!
Nella foresta di Fontainebleau…
Io la vidi e il suo sorriso
nuovo un ciel apriva a me!
Ah! per sempre or m'ha diviso
da quel core un padre, un re!
Non promette un dì, felice
di mia vita il triste albor ...
m'hai rubato, incantatrice,
e cor e speme e sogni e amor!
M'hai rubato speme, sogni e amor!
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LUISA MILLER
Oh! fede negar potessi agl'occhi miei!
Se cielo a terra, se mortali ad angeli
attestarmi volesser ch'ella non è rea,
mentite! io responder dovrei, tutti mentite.
Son cifre sue!
Tanta perfidia! Un'alma sì nera! si mendace! Ben la conobbe ii padre!
Ma dunque i giuri, le speranze, la gioia,
le lagrime, l'affanno?
Tutto è menzogna, tradimento, inganno!
Quando le sere al placido
chiaror d'un ciel stellato
meco figgea nell'etere
lo sguardo innamorato,
e questa mano stringermi
dalla sua man sentia...
e questa mano stringermi
dalla sua man sentia...
Ah! Ah! Ah! mi tradia!
Ah! mi tradia!
Allor, ch'io muto, estatico
da' labbri suoi pendea,
ed ella in suono angelico,
"amo, amo te sol" dicea,
tal che sembrò 1'empireo
aprirsi all'alma mia!
In suono angelico,
"amo te sol" dicea.
Ah! Ah! Ah! mi tradia!
Ah! mi tradia!
Ah! mi tradia!
Mi tradia!
In suono angelico,
"T'amo" dicea.
Ah! mi tradia!
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LA FORZA DEL DESTINO
La vita è inferno all'infelice...
Invano morte desio!...
Siviglia! ... Leonora!
Oh rimembranza! Oh notte
ch'ogni ben mi rapisti!
Sarò infelice eternamente... è scritto.
Della natal sua terra il padre volle
spezzar l'estranio giogo, a coll'unirsi
all'ultima degl'lncas la corona
cingere confidò. Fu vana impresa!
In un carcere nacqui; m'educava
il deserto; sol vivo perché ignota
è mia regale stirpe! ...
I miei parenti sognarono un trono,
e li destò la scure!…
Oh, quando fine avran le mie sventure!
O tu che in seno agli angeli
eternamente pura
salisti bella, incolume
dalla mortal iattura,
O tu che in seno agli angeli
salisti bella pura
non iscordar di volger
lo sguardo a me tapino,
che senza nome ed esule
in odio del destino,
che senza nome ed esule
in odio del destino,
chiedo anelando, ahi misero,
chiedo anelando, ahi misero,
la morte d'incontrar..: .
Leonora mia, soccorrimi,
Leonora mia, soccorrimi,
pietà, pietà, pietà,
del mio penar.
Leonora soccorrimi,
pietà, del mio penar.
Leonora mia,
pietà, pietà, del mio penar.
. . .
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